Lo sport entra nella Costituzione e nelle ricette mediche: è una cura diversificata per singole patologie

Nuoto, bici, camminata, corsa, tennis. Importante è che sia sport. Come indica la Costituzione.

L’attività sportiva, dal 20 settembre scorso, è entrata nella nostra Carta. La Camera ha approvato in via definitiva, all’unanimità, la proposta di legge che inserisce la tutela dello sport nella Costituzione. Così l’attività sportiva diventa uno dei nostri diritti. La novità è nell’articolo 33 che comincia con «l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento». Alla fine è stata aggiunta questa formula: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Non è stata scelta la parola “sport” ma l’espressione “attività sportiva”, così da sottolineare l’importanza del legame tra movimento e salute svincolato dall’agonismo che riguarda solo una parte della popolazione. In Italia l’Emilia Romagna è stata la prima Regione a prevedere le “Palestre che promuovono salute” o “palestre etiche”: strutture che hanno aderito volontariamente a un Codice Etico, che operano in rete e collaborano con le Usl e altri enti pubblici. Una volta lo sport era solo un buon consiglio del medico di famiglia quest’anno il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato, in merito alla definizione di un Programma Nazionale di Promozione dell’attività fisica, che lo sport entrerà in ricetta. Il meccanismo di fondo dovrebbe essere quello che il medico di base o lo specialista prescriva quale e quanta attività fisica un cittadino debba seguire. Su un’apposita ricetta.

SU MISURA

«Noi abbiamo già fatto addirittura il ricettario per la prescrizione dell’attività fisica secondo dei criteri che vanno in base all’età, al sesso, alle patologie», fa sapere Claudio Cricelli presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. «L’attività fisica per noi è un trattamento preventivo e terapeutico fondamentale. Il movimento impatta su patologie cardiovascolari e diabete, forse più dell’alimentazione. Siamo pronti a prescrivere l’attività fisica in maniera scientifica. Non consigliando genericamente di fare 3mila, 5mila, 10mila passi al giorno ma prescrivendo la tipologia esatta di attività che deve essere fatta persona per persona, età per età, genere per genere e patologia per patologia». Patologia per patologia perché la fatica e l’impegno che mettiamo nello sport migliorano la tolleranza al glucosio riducono il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, prevengono l’ipercolesterolemia e l’ipertensione, riducono i livelli sia della pressione che del colesterolo, fanno diminuire il rischio di sviluppo di malattie cardiache e di diversi tumori, come quelli del colon e del seno. Da non dimenticare la mente. L’esercizio modera lo stress, combatte la depressione e aiuta a prevenire e a gestire problemi di salute mentali più gravi. Questo perché fare attività aumenta i livelli di serotonina (migliorando l’umore) e rilascia endorfine, utili per ridurre lo stress. Informazioni straordinariamente ignorate da una importante fetta della nostra popolazione. Da noi, infatti, solo l’8,2% degli adolescenti svolge almeno un’ora al giorno di attività fisica (moderata-intensa) come raccomandato dall’Oms, il 18,2% è in sovrappeso e il 4,4% obeso. E gli stili di vita scorretti tendono a peggiorare con l’avanzare dell’età: il 33,7% degli italiani è sedentario, più le donne degli uomini. Il 46% dovrebbe perdere peso. Dati allarmanti. Per questo FOCE (Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi) lancia, insieme al ministero dello Sport e al Coni, la nuova edizione di “Allenatore Alleato di Salute” un progetto rivolto innanzitutto agli adolescenti, ma strutturato per raggiungere tutti i cittadini, inclusi gli over 65. «La recentissima riforma costituzionale sulla attività sportiva come elemento essenziale del benessere psicofisico rende indispensabili le campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione primaria», spiega Francesco Cognetti, presidente FOCE. «La campagna si colloca in questo contesto ed è una grande campagna nazionale per far comprendere a tutta la popolazione l’importanza dell’attività fisica e rendere lo sport uno degli elementi che accompagnano la quotidianità. Il complesso di queste azioni può avere un impatto importantissimo sull’incidenza di gravi patologie. Come il cancro o l’infarto».

I DISAGI

Una “difesa immunitaria” viene definito l’esercizio fisico dal ministro dello Sport e dei giovani Andrea Abodi. «Abbiamo realizzato opuscoli informativi da distribuire nelle scuole, su fumo, dieta, alcol, attività fisica e salute mentale – continua Cognetti – Ricordiamo che circa il 30% degli adolescenti soffre di disagio psicologico, che si manifesta sotto forma di depressione e ansia. L’attività sportiva contribuisce a ridurre i disturbi dell’umore e a migliorare l’autostima. Nei giovani come negli adulti». Gli effetti di una vasca in piscina come di una camminata veloce, dunque, si trasformano in una efficace protezione contro le malattie cardiovascolari e il tumore. «L’eccessiva sedentarietà appesantisce letteralmente il cuore ed è dimostrato che trascorrere troppo tempo seduti da piccoli può raddoppiare il rischio di infarto o ictus da adulti» stigmatizza Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia.

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