Dal colesterolo al Parkinson, fino all’HIV, le cure che verranno

Immaginiamo una decina di atleti ben allenati e con record alle spalle che corrono verso il traguardo.

Correranno ancora fino a dicembre quando conosceremo i loro risultati. Ecco le ricerche scientifiche più promettenti che, nel 2024, ci dovrebbero portare buone notizie. 
Studi clinici che si sviluppano nei campi più diversi. Dall’ intelligenza artificiale all’ oncologia , dalla salute mentale ai vaccini , dal trapianto di cellule staminali embrionali nei pazienti con Parkinson a una app destinata alle donne con depressione in gravidanza. Campi diversi che, attraverso la tecnologia, gli esami di laboratorio e le sperimentazioni, mostrano come un’unica cura per l’umanità che sta maschio. Dove finisce lo studio per vincere il melanoma inizia il test di un vaccino contro il virus dell’Aids , dove finisce il controllo dell’innesto di cellule prende il via il lavoro sulla modifica del Dna per abbassare in modo duraturo il colesterolo Ldl, quello “ cattivo”, nei pazienti affetti da una forma di ipercolesterolemia di origine genetica. L’autorevole rivista scientifica inglese Nature Medicine, ogni fine dell’anno, indica gli studi ei settori “promettenti”. Quelli che nei dodici mesi, con ogni probabilità, visti i risultati pregressi, potranno determinare una svolta nella terapia, nella diagnosi, nella prevenzione. Gli studi scelti hanno in comune il grande numero di pazienti coinvolti. Una curiosità: l’uso dell’Intelligenza artificiale occupa un posto di rilievo nell’elenco anche se, fino a oggi, un numero non ingente di strumenti di questo tipo è stato testato in studi clinici. Solo nel 2021 le autorità nazionali, per noi l’Aifa, e quelle europee (Ema) hanno annunciato l’avvio di una regolamentazione dei dati ottenuti dalle sperimentazioni cliniche, attraverso Intelligenza artificiale e Machine learning. In questo caso, dal lavoro preso in esame, potrebbe arrivare un valido supporto alla gestione dei pronto soccorso. Argomento sensibile per il nostro Paese. E non solo visto che ci lavorano ricercatori di diversi centri europei. Lo studio clinico MARS-ED, citato da Nature Medicine, sta valutando i benefici di un modello di Intelligenza artificiale per prevedere il rischio di mortalità dei pazienti che hanno cercato cura presso un pronto soccorso.  

«La ricerca e la clinica ci fanno considerare con particolare interesse la sperimentazione che si basa sulla modifica del gene responsabile dei livelli troppo elevati di colesterolo cosiddetto ereditario – commenta Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna e ordinario di Medicina Interna all’Università La Sapienza di Roma – In Italia almeno trecentomila persone soffrono di questo tipo di patologia. Intervenendo da giovani si cambia la vita. E la tecnica potrebbe essere applicata anche ad altre patologie croniche derivate da mutazioni genetiche. L’intelligenza artificiale, in tempi molto brevi, inoltre ci permetterà con una sola radiografia di fare diagnosi precoci oggi impossibili. Di evidenziare danni, anche nascosti, con un esame molto basilare. L’evoluzione segnalata da Nature Medicine in materia di farmaci oncologici riuscirà a migliorare la qualità della vita del paziente ea prolungarla anche in casi complessi». 

Triage rapido ed efficace con l’algoritmo intelligente

L’uso dell’Intelligenza artificiale comincia a farsi largo anche nelle sperimentazioni cliniche: una di queste, in corso in diversi ospedali dei Paesi Bassi, valuterà la sua utilità nel prevedere il rischio di mortalità per  i pazienti che accedono al pronto soccorso.In modo da identificare subito quelli che necessitano di maggiore attenzione. Un algoritmo, per esempio, può essere in grado di individuare, tramite i risultati delle analisi e delle immagini, i pazienti più gravi con necessità di ricovero in terapia intensiva e snellire così il processo di triage.
Si chiama “Riskindex” ed è un calcolatore di rischio basato sull’Intelligenza artificiale, realizzato dall’Università di Maastricht dai dati di oltre 266 mila pazienti. Adesso lo studio MARS-ED ne validerà le performance nella vita reale. L’intelligenza artificiale è già presente in clinica sul versante diagnostico e affianca l’occhio di radiologi, dermatologi, anatomo-patologi e oculisti per affinare diagnosi e rilevare patologie anche nei primissimi stadi.
Un altro studio, che coinvolge 150 mila partecipanti in sei ospedali del Regno Unito, sta testando un modello di Intelligenza artificiale per esaminare le radiografie al torace di pazienti che potrebbero beneficiare di ulteriori esami nello stesso giorno, in modo da eseguire una diagnosi precoce per il cancro al polmone.
L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, in un momento di emergenza sanitaria come quella del Covid , potrebbe consentire una velocità di analisi delle immagini diagnostiche superiore a quella impiegata da un esperto. Inoltre, l’identificazione precoce di alto o basso rischio del singolo paziente, può contribuire a razionalizzare la gestione dei reparti e l’assistenza ai degenti in anticipo rispetto ai risultati dei test clinici o di laboratorio. 

 

Un’app aiuta le mamme: basta alla depressione

La rivista scientifica Nature Medicine, in vista dei risultati attesi per il 2024, segnala due sperimentazioni che si occupano di salute mentale. È in fase di valutazione nelle zone rurali del Pakistan un’app, sviluppata dall’Università britannica di Liverpool, che consente a una donna senza esperienza nell’assistenza sanitaria di prestare aiuto ad altre donne della comunità che soffrono di depressione  durante la gravidanza
Questa sperimentazione, appunto, confronta l’app con la versione tradizionale di terapia del programma “Thinking Healthy”, utilizzata da operatori sanitari comunitari nelle aree rurali del Pakistan. A partire dalla gravidanza fino a un anno dopo la nascita, i partecipanti hanno ricevuto 16 sessioni di “terapia verbale” basata sull’evidenza. Le sessioni combinavano la terapia con attività volte a migliorare il benessere materno, l’interazione madre-bambino e il supporto sociale materno. La prevalenza della depressione in gravidanza è sicuramente maggiore nel primo trimestre (13%) mentre decresce nel secondo (2,5-7%) e nel terzo (2,3-6,3%). Lo stato di malessere insorge quando i disagi fisici come la nausea e il vomito, la stanchezza e il bisogno di dormire di più portano a concentrarsi maggiormente su di sé favorendo un isolamento, un ritiro affettivo e una leggera apatia.
Il programma “Thinking Healthy” è stato sperimentato con successo in vari contesti in tutta l’Asia meridionale ed è stato adottato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la diffusione globale. 
Un’altra sperimentazione in ambito di salute mentale, la Best Services Trial, indagherà sull’efficacia di un modello di intervento per la salute mentale infantile rispetto ai servizi sociali standard per bambini da 0 a 5 anni in affidamento a Glasgow e Londra, nel Regno Unito.

Neuroni dopaminergici per ricreare cellule sane

Per il Parkinson  è in corso una ricerca innovativa che prevede il trapianto di cellule staminali embrionali nel cervello di pazienti di 50-75 anni con una forma moderata di malattia. 
Durante lo studio anglo-svedese, “Stem-Pd”, infatti, verranno trapiantati neuroni dopaminergici (cellule nervose che producono la dopamina, la loro degenerazione porta al Parkinson) derivati ​​da staminali embrionali umane.
Il trattamento è destinato a pazienti finora esclusi dagli studi clinici, condotti di solito in fase avanzata di malattia, e che invece potrebbero avere i maggiori benefici. I primi malati sono stati sottoposti a trapianto lo scorso febbraio all’ospedale universitario di Skåne, in Svezia. Risultati preliminari entro la fine del 2024.
Ai pazienti, otto, coinvolti nello studio è stata diagnosticata la patologia dieci anni prima dell’intervento. I ricercatori seguiranno il campione per valutare sia la sopravvivenza cellulare che i potenziali effetti. Lo strumento chirurgico utilizzato nell’attuale studio è stato sviluppato dall’ospedale svedese per il trapianto di cellule già negli anni ’80. Obiettivo dell’intervento: sostituire le cellule nervose della dopamina  che vengono perse nel cervello parkinsoniano.
«Si tratta di una pietra miliare importante sulla strada verso una terapia cellulare che può essere utilizzata per curare questi pazienti. La corretta posizione dell’impianto cellulare è stata confermata da una risonanza magnetica – spiega Gesine Paul-Visse, ricercatrice principale dello studio consulente neurologo all’Ospedale universitario di Skåne e professore a contratto presso l’Università di Lund in Svezia – Dopo essere state trapiantate , si prevede che le cellule maturino in nuove e sane cellule nervose che producono dopamina all’interno del cervello, quindi dopamina “sana”. Creata dal nostro organismo».

L’editing genetico per i mali del cuore

Terapia genetica per vincere il colesterolo. L’editing genetico, una tecnologia che interviene per correggere gli errori genetici nel Dna , contro l’ipercolesterolemia. Una delle condizioni ereditarie (rischio per infarto e ictus) più comuni, riguarda 1 persona su 300.  Il problema è causato da mutazioni del gene PCSK9 che producono una proteina che distrugge i recettori per le Ldl (il colesterolo “cattivo”) sul fegato, impedendone così la rimozione dal sangue. Le classiche statine ei moderni anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9 sono molto efficaci nel ridurre l’Ldl, ma vanno somministrati a vita. Il primo studio sull’uomo di una terapia genica progettata per ridurre il colesterolo lipoproteico a bassa densità ha offerto indicazioni sul fatto che il trattamento funziona in un gruppo di pazienti con ipercolesterolemia familiare eterozigote. È allo studio il modo di correggere per sempre questo errore del Dna con uno speciale mRNA (VERVE-101), somministrato una tantum per via endovenosa. Attraverso una singola infusione si può correggere un singolo gene nel fegato, l’organo dove avviene la sintesi del colesterolo. La soluzione potrebbe arrivare dal trial internazionale Heart-1, il primo sull’uomo che testerà Verve-101, una terapia avanzata basata su Crispr. In un’unica somministrazione punta, cioè, a inattivare il gene PCSk9 nel fegato per ridurre in modo duraturo il colesterolo Ldl, causa dell’ipercolesterolemia familiare eterozigote. La modifica genetica, quindi, spegne l’attività di PCSK9 e riduce i livelli di colesterolo nel circolo. Il successo della terapia, come segnalato dal numero di dicembre di “Nature Medicine”, potrebbe aprire una porta nel campo delle patologie cardiocircolatorie. La posta in gioco nel lungo periodo, insomma, sarebbe una sorta di “vaccino” genetico per le malattie cardiache.

 

Processo negli Usa il vaccino è vicino

Sul fronte dei vaccini, è da poco partito un trial con il VIR-1388, mirato alla prevenzione dell’HIV , il virus dell’Aids. Con l’avvio della sperimentazione di questo vaccino negli Usa e in Sudafrica si è più vicini a un mondo in cui l’HIV potrebbe diventare una minaccia addirittura eliminata. È stato sviluppato per quasi due decenni con il sostegno del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, ente del National Institutes of Health americano. 
È progettato per istruire il sistema immunitario a produrre cellule T che possono riconoscere l’HIV e segnalare una risposta immunitaria per prevenire che il virus stabilisca un’infezione cronica. Al vaglio anche l’efficacia a lungo termine del vaccino R21/Matrix-M contro la malaria. I vaccini messi a punto finora funzionavano inizialmente, ma perdono efficacia dopo pochi anni. Il nuovo usa una speciale nanoparticella in grado di esporre un maggior numero di antigeni sulla sua superficie, escamotage che ha avuto successo ad esempio per il Papillomavirus . Lo studio è finanziato dal Serum Institute of India, pronto a produrre 100 milioni di dosi a 3-4 dollari l’una.

Polmoni e seno, nuovi trattamenti

Riguardano più tipologie di tumore tre trial clinici che dovrebbero rivoluzionare alcune terapie oncologiche: il primo si focalizza sull’utilità di uno screening ogni due anni per prevenire le morti per cancro ai polmoni, il secondo sta valutando efficacia e sicurezza di un farmaco per il cancro al seno con metastasi al cervello, il terzo studierà l’efficacia di una nuova terapia contro il melanoma . Uno potrebbe portare al mutamento delle linee guida di prevenzione del tumore al seno, gli altri due sono studi in corso. 
Entro l’anno si potrebbero avere i risultati. I successi preliminari fanno pensare a una diffusione delle cure e a una più ampia platea di pazienti. Parliamo dell’immunoterapia in neoadiuvante cioè prima dell’asportazione chirurgica di un melanoma al III stadio (finora somministrata dopo l’intervento) e il DESTINY-Breast12 che valuta l’efficacia di un anticorpo-farmaco coniugato sulle metastasi cerebrali di tumore del seno HER2 positivo. Metà delle pazienti affette da tumore che sviluppa ripetizioni al cervello difficile da raggiungere dalla terapia. 

 

 

 

 

 

 

Potrebbe interessarti anche

Articoli correlati