Sebbene sia universalmente riconosciuto come esempio di salute e longevità, lo stile di vita di James Bond appare inaspettatamente carente sulle regole di pulizia e cura del proprio corpo. Se osservati con attenzione i venticinque film che lo vedono come protagonista, appare chiaro che una buona condizione igienica non lo interessi in modo particolare. Il ritratto che emerge dalla ricerca della Federazione degli ordini dei medici per il sito «Dottore, è vero che?», anti fake news è, a dir poco, sconfortante: 007 appare sciatto, noncurante e superficiale. Non presta la minima attenzione al fondamentale lavaggio delle mani, non usa mascherine a norma, non si protegge dalle zanzare neppure in zone dove la malaria è endemica e non pratica mai sesso sicuro. Per non parlare della sicurezza alimentare: non si fa problemi a pasteggiare a ostriche crude, o ad addentare frutta non lavata né sbucciata. O del consumo di alcool, assunto a ettolitri con il suo Martini «agitato, non mescolato». Il lavoro dei medici è stato avviato all’indomani della citazione del premier britannico Boris Johnson nel suo discorso per l’apertura dei lavori della CoP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow. Il “padrone di casa” ha, infatti, citato l’agente 007 «il figlio più famoso di Glasgow».
LA MINACCIA
«Dobbiamo salvare la terra – ha detto allo Scottish Event Campus, ricalcando quanto avviene nei film di James Bond – ma con una differenza. Questa volta, dal pericolo del cambiamento climatico». Aggiungendo, davanti a 120 leader mondiali, tra i quali Joe Biden, Ursula von der Leyen, Angela Merkel, e Mario Draghi: «Questo non è un film, la minaccia è reale, le emissioni di carbonio continuano ad aumentare. Dobbiamo agire prima che sia tardi». Non è un film, appunto, bene quindi non seguire i comportamenti di James Bond. «Non proprio un personaggio da prendere come modello di stili di vita salutari – si legge nel sito della Federazione degli Ordini dei medici – Ma lui è James Bond, e può vivere (almeno) due volte. Noi invece no, e dobbiamo proteggerci e volerci bene». Per il medico della Federazione che coordina il gruppo di lavoro del sito “Dottore, ma è vero che?”, Alessandro Conte, dirigente medico dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, esiste un personaggio da seguire per le buone pratiche di convivenza sociale: è Capitan America, eroe dei fumetti Marvel. «Non fuma e non l’ho mai visto bere – fa sapere Conte – D’impatto avrei detto Thor, altro personaggio della Marvel, ma ha messo su peso e si è dato all’alcol pure lui». Dalla sua James Bond ha l’attenuante di essere un personaggio letterario, poi diventato cinematografico con Sean Connery e altri sei attori, frutto dell’immaginazione dello scrittore britannico Ian Fleming che nel 1953 crea la saga che conta dodici romanzi e due raccolte di storie. Oggi più che mai la tematica igiene ha un valore vitale. Anche se, l’attenzione all’ambiente, suggerisce un uso oculato sia di acqua che di saponi. «L’igiene personale è fondamentale. Per proteggersi e per la vita di relazioni. Il coniugare questa con una nuova tutela dell’ambiente è sicuramente una tematica complessa – sottolinea Conte – sicuramente alcune abitudini del mondo moderno sono orientate ad un non corretto impiego delle risorse. È ovvio che pensare di non lavarsi mai le mani o di non lavarsi capelli per salvare l’ambiente è fuori fuoco. Si può dire: “Cerco di sprecare meno acqua possibile, mi metto un timer quando sono sotto la doccia”. Comportiamoci come se fossimo in barca dove l’uso dell’acqua dolce viene centellinato e limitato. Stesso discorso per il quotidiano lavaggio dei denti. È meglio spazzolarli con il rubinetto chiuso. Aprirlo solo quando ci si deve sciacquare la bocca. Ovviamente, rinunciare all’igiene è un tipo di scelta che ha più risvolti negativi che positivi. Tanto più nel contesto che stiamo vivendo: uno dei mantra di questi tempi è quello di lavarsi le mani spesso e con estrema cura. Un maggiore equilibrio tra le due posizioni sarebbe l’ideale, invece di seguire le scelte radicali che non hanno veri riscontri scientifici».