Grazie a Sanremo siamo tornati a parlare d’amore. Di passioni, desideri, baci, sentimenti, innamoramento.
Siamo tornati a parlare di tutto quello che la pandemia, negli ultimi due anni, ha triturato e trasformato. Spesso anche cancellato. Strappandoci, con violenza, anche il piacere, fisico e psichico, di un incontro. Mettendo una sordina alle emozioni. Facendo scoppiare una coppia. Tenendo lontani due cuori che palpitavano. E adesso che ci avviciniamo al secondo San Valentino con l’ombra del Covid ci accorgiamo che, d’amore, si è parlato molto poco. Perché l’esaurimento emotivo ha prosciugato tutte le energie.
LUCIDITÀ
«È arrivato il momento di capire che cosa è accaduto alle relazioni – commenta Emmanuele A. Jannini, ordinario di Endocrinologia e Sessuologia medica all’Università Tor Vergata di Roma e autore del libro Uomini che piacciono alle donne (Sonzogno) – non è possibile continuare ad ignorare quello che è successo. La pandemia è stata un terremoto e ora dobbiamo riuscire a rimettere insieme i pezzi. Dobbiamo guardare tutto, con lucidità. Le coppie che si sono rafforzate e hanno mantenuto tutti i progetti, quelle che non ce l’hanno fatta, i ragazzi in ritardo con l’educazione sentimentale, il gelo e la diffidenza, oltre la paura del contagio, che è piombata sulle persone. Seduzione, amore e passione sono mutati con la pandemia. Ognuno dovrebbe capire in quale modo sono, appunto, cambiati per migliorare le relazioni». Uno sguardo più attento alle coppie pre-pandemia ci aiuta a capire l’oggi: da marzo 2020 quelle equilibrate legate da un’autentica forza coesiva, secondo lo studio dell’Università Tor Vergata con l’Istituto di sessuologia clinica di Roma, hanno fatto più spesso l’amore mentre quelle in crisi hanno ridotto l’attività quasi a zero e poi, quando hanno potuto, si sono lasciate. Il Covid come cartina di tornasole delle emozioni. Anche la vaccinazione è stata una cartina di tornasole nell’ultimo anno. Oltre alle restrizioni e alle difficoltà nel potersi incontrare c’è stata la protezione di massa. Che, in non pochi casi, ha spaccato coppie e famiglie. Ha svelato aspetti che non si conoscevano dell’altro, ha messo a dura prova la fiducia e la progettualità. La battuta “no vax no sex” non è solo divertimento linguistico. L’essere vaccinato o no si è infilato prepotentemente sotto le lenzuola. Quello che, per certi aspetti, non ha potuto l’Aids in fatto di prevenzione l’ha potuto il Covid. I siti in cui si cerca l’anima gemella, per esempio, ormai chiedono il green pass per iscriversi. Ora, dunque, che è stata, in parte, ritrovata questa atipica normalità anche i sentimenti faticosamente si fanno strada tra incertezze e paure. Mettendo sempre il dovere davanti al piacere. Adesso è arrivato il momento di rimettersi sentimentalmente in piedi anche si ci si sente incrinati e non più capaci di sentire come prima. «Nessuno si stupisca – aggiunge Jannini – non possiamo più pensare al prima perché la pandemia ha asfaltato tutto. I sentimenti si sono dovuti adattare, pur non volendo, ai cambiamenti. L’arrivo della pandemia, per diversi fattori, ci ha, oltre che spaventato, anestetizzato. Come gruppo di studio abbiamo pubblicato i dati di una nostra ricerca sul Journal of sexual medicine. Ansia e depressione l’hanno fatta da padrone e noi ne abbiamo misurato i livelli constatando che le più colpite sono state le donne. Festeggino le coppie che sono “sopravvissute” al ciclone, si interroghino quelli che hanno deciso per la separazione, ritrovino fiducia nella relazione coloro che si sono trovati, in qualche modo, a congelare il cuore». Cuore (come emozioni) sicuramente trascurato e messo a riparo in freezer. Non è un caso che la Società di Psichiatria abbia considerato Sanremo come «una pausa di leggerezza benefica per la sfera psichica, un’occasione per stare insieme e condividere emozioni e sentimenti incarnando quel bisogno di fuga e di “libera uscita”». In effetti, nei venticinque brani, c’è stato tanto amore e poco o niente Covid.
STANCHEZZA
«Quando tutto passerà – è ancora Jannini a parlare – ci sarà chi di noi avrà deciso di continuare a dedicare il proprio tempo ai sentimenti più intensi e veri e chi non vedrà l’ora di tornare ad assaporare le emozioni più fatue, ma non per questo cattive. Non è un giudizio morale. Si gode anche nell’avere amicizie vacue, non particolarmente forti». Il San Valentino di quest’anno, dunque, viene letto come una “scusa” per lo scongelamento, per rimettersi in gioco e rimisurarsi con le emozioni. La riscossa della passione. Cercando, con le forze che abbiamo, di superare quella che ormai viene definita come “psicopandemia”. Condizione nella quale, malamente, finiscono, i disagi relazionali, le ossessioni, le paure e gli amori negati. «La psicopandemia – ricorda David Lazzari presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale degli psicologi – non è una battuta, né una invenzione degli psicologi, è una realtà, ed è a tutti evidente che c’è un onda lunga di disagio e disturbi psicologici che durerà anni ed interessa quote importanti della popolazione». Chi ce la fa dovrebbe adesso impegnarsi, per vivere meglio, a vincere questa diffusa stanchezza emotiva che ci fa sembrare tutto assai complicato. Quella condizione, si legge nel sito Guidapsicologi.it «in cui una persona sente di non farcela più, di aver esaurito le risorse per far fronte alle richieste dell’ambiente che lo circonda».