Le cellule sono state prodotte nella Cell Factory del San Matteo di Pavia. Un gruppo di clinici e ricercatori di Anestesia e rianimazione II, di Oncoematologia Pediatrica e della Cell Factory dell’Istituto pavese ha utilizzato una terapia a base di cellule stromali mesenchimali (da midollo osseo) per curare pazienti affetti da Covid. E la dottoressa Patrizia Comoli alla guida della “fabbrica” annuncia: «Siamo in procinto di avviare una sperimentazione clinica, sulla base di protocolli già attivi in Cina e negli Stati Uniti». Quella già messa a punto e sperimentata a Miami dal professor Camillo Ricordi. «Questo tipo di trattamento, ottimizzato dalle ricercatrici Maria Antonietta Avanzini ed Elisa Lenta, si era già dimostrato efficace per contrastare le complicanze immunologiche del trapianto di midollo», spiega Marco Zecca, direttore della Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Pavia.
Le cellule multipotenti in grado di spegnere reazioni infiammatorie e contrastare il danno tissutale fibrotico che si presenta in circa il 30% dei pazienti dopo l’infezione da coronavirus sono state somministrate a due malati ricoverati in ventilazione meccanica per “sindrome da distress respiratorio acuto”. «Gli sviluppi si osservano già dopo pochi giorni dalla prima dose – aggiunge Mirko Belliato, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione II -. I due pazienti trattati sono stati dimessi in buone condizioni di salute». La cell factory, letteralmente “fabbrica delle cellule” è nata nel 1997 dopo il via libera dell’Agenzia italiana del farmaco. I prodotti medicinali a base di cellule sono destinati al trattamento di patologie potenzialmente letali o invalidanti, per le quali non esiste una terapia convenzionale. Si usano in oncoematologia pediatrica, oncologia medica, gastroenterologia, nefrologia, trapianti, chirurgia pediatrica, ortopedia. Obiettivo principe è quello di sviluppare farmaci cellulari e cellule terapeutiche da utilizzare per il trattamento delle leucemie, dei tumori solidi e delle infezioni virali. Sono in grado di combattere più infezioni contemporaneamente in particolare in ospiti immunodepressi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA