Tra le neoplasie cutanee, il carcinoma squamocellulare è il primo per mortalità. Colpisce soprattutto il collo, il cuoio capelluto e gli avambracci. Ecco perché è importante non abbassare mai la guardia. E se si hanno dei dubbi correre da un dermatologo. Ma ecco alcune regole da seguire.
Più a rischio chi lavora all'aperto
Pescatori, agricoltori e giardinieri sono alcune delle categorie professionali più colpite dal carcinoma squamocellulare cutaneo perché il tipo di lavoro che svolgono li porta ad essere più esposti al sole. La stragrande maggioranza (90%) è di sesso maschile. L’errore che molti fanno è pensare che una lesione come questa sia sempre qualcosa di benigno: al contrario, come il melanoma, può essere aggressivo e la diagnosi precoce è fondamentale.
Non esporsi al sole senza la protezione
Dato che spesso il carcinoma a cellule squamose può essere causato dall’esposizione al sole, si possono adottare varie misure per prevenirlo fin dalla prima infanzia. Prima regola: limitare l’esposizione al sole. Indossare indumenti protettivi come camicie a maniche lunghe, pantaloni e cappelli dalle falde larghe. Utilizzare sempre le creme solari con fattore di protezione che sia almeno 30. Riapplicare la protezione ogni due ore, dopo aver nuotato o dopo un’abbondante sudata.
Auto-esame anche del cuoio capelluto
Esaminare l’intera superficie del corpo regolarmente senza trascurare il cuoio capelluto e rivolgersi al medico nel caso si notino neoformazioni: con bordi irregolari, che sanguinano spontaneamente, che variano di colore, che crescono rapidamente e che provocano prurito. È più probabile che la patologia si sviluppi, oltre che su quelle aree cutanee sempre esposte al sole, anche su quelle che risultano danneggiate da pregresse ustioni, cicatrici e stati infiammatori cronici della pelle.
Formazione anomale? Consultare lo specialista
«Oggi abbiamo a disposizione un farmaco immunoterapico, il cemiplimab, un anti-Pd1 – fa sapere la professoressa Peris, che si è dimostrato molto efficace nelle forme avanzate. Resta comunque prioritaria la prevenzione e il mio consiglio è quello di far controllare sempre a uno specialista qualsiasi formazione della pelle che risulti anomala, che sia una macchia o una verruca. Non bisogna mai aspettare e pensare che tanto non sarà nulla di davvero grave».